Ieri a Milano l’Azienda è ritornata sul tema del riconoscimento economico al lavoro svolto dai Colleghi nel corso del 2013.
L’encomiabile ed innegabile sforzo profuso da tutti – pur essendo stato apprezzato dal Ceo che si è sentito in dovere di ringraziarci ad uno ad uno – non è però ritenuto sufficiente ad erogare il c.d. Valore Aggiunto di Produttività – VAP, così come previsto dal CCNL: la perdita di 4,5 miliardi di euro non lo rende possibile.
Abbiamo obiettato con vigore come questo risultato negativo sia da ascrivere per la massima parte alla svalutazione prudenziale compiuta dall’Azienda per più di 6 miliardi di euro e resa necessaria dal deterioramento dei crediti concessi da un Management – a quanto pare – molto poco illuminato.
Abbiamo continuato rimarcando che, se l’Azienda ha tuttavia potuto rassicurare i mercati sottolineando come la contrazione abbia effetti solo sulle scritture contabili e nessun impatto sul cash-flow, sulla liquidità, sulla solidità
patrimoniale che registra indicatori in progressivo costante miglioramento, il merito è dovuto al “capitale lavoro” che – registrando indicatori di produttività e cost-income tra i migliori degli ultimi tempi e del panorama europeo – deve necessariamente essere premiato al di là dei vincoli contrattuali.
La Banca si è dichiarata disposta a trovare tra “le pieghe del bilancio” una cifra per poter comunque erogare un “piccolo riconoscimento” – che non sarà logicamente chiamato VAP – ed il cui ammontare, riteniamo, lo renderà più simile ad una “mancetta”.
Anche i criteri di distribuzione, peraltro molto vaghi, ci vedono fortemente contrari: non tutti infatti ne beneficeranno, alcuni Colleghi potrebbero essere esclusi a priori poiché “rei di guadagnare già a sufficienza”, per gli altri interverrebbe invece un meccanismo che riconosce importi inversamente proporzionali alla RAL (retribuzione annua lorda).
Ci e’ stato anche riferito di una ipotesi di erogarne una parte sotto forma di “buoni benzina”! Un benefit ridicolo di poche centinaia di euro !
L’Azienda ha più volte rimarcato la necessità di fare presto, di chiudere in fretta, perché “ora i soldi, seppure pochi, ci sono, ma se tardiamo potrebbero essere destinati ad altro”.
Insomma, pochi soldi, per poche persone, ed in fretta, altrimenti si rischia di non prendere neppure quelli!
Ricordiamo fin troppo bene altre “trattative” chiuse in fretta e furia, liquidate come “il miglior risultato possibile, poiché di più non si poteva fare”, salvo poi scoprire che nelle “pieghe di bilancio” i bonus milionari dei top manager trovavano sempre copertura!
Invitiamo l’Azienda a rivedere profondamente lo stanziamento – che dovrà essere almeno pari a quello dello scorso anno – ed i criteri, che dovranno sempre premiare il lavoro di tutti.
Cerchi meglio tra “le pieghe”, stirandole se del caso: potrebbe trovarci i soldi risparmiati con il lavoro straordinario non pagato (che non dovrebbero essere pochi), delle inutili consulenze, delle prebende fuori dal mondo e dalla storia.
Infondo, il “plissè” non è più neppure di moda.
LE SEGRETERIE AZIENDALI UNISIN GRUPPO INTESA SANPAOLO