Ci pervengono sempre più segnalazioni sulla creazione e l’utilizzo di “gruppi WhatsApp” di Filiale/Ufficio/Struttura/…. e con questa breve nota intendiamo stigmatizzare comportamenti che, purtroppo, una volta entrati nella nostra vita lavorativa, rischiano alla fine di condizionare pesantemente anche la nostra vita privata.
Vogliamo accendere la luce dei riflettori sull’adozione di certi comportamenti che, di volta in volta, ci sono richiesti e presentati come “necessari” per un efficiente ed efficace svolgimento del nostro lavoro.
In realtà l’immediatezza comunicativa raggiunta con questi gruppi WhatsApp serve soltanto a travolgere e stravolgere il nostro rapporto con i tempi di lavoro e, conseguentemente, con i nostri tempi di vita privata.
Per arrivare al nocciolo della questione: WhatsApp non è uno strumento aziendale e il suo utilizzo non è previsto dalla banca e quindi i colleghi possono legittimamente rifiutarsi di utilizzarlo senza doversi giustificare!
Questo proliferare di gruppi WhatsApp su smartphone privati per gestire tematiche aziendali (urgenze più strampalate, incontri, riunioni e budget e chi più ne ha più ne metta) sembrano apparentemente volte a facilitare la comunicazione, mentre invece producono l’effetto devastante di confondimento fra vita privata e lavorativa, tanto da rendere sempre più difficile capire dove inizia una e dove finisce l’altra!
Non parliamo poi del diritto alla disconnessione (introdotto con molta lungimiranza nel nostro Contratto Nazionale nel 2019 ma da molte aziende disatteso), perché i lavoratori hanno sperimentato sulla loro pelle l’arrivo di messaggi in orari antelucani, quasi a voler dimostrare che il cyber-capo non stacca mai: è sempre vigile e presente, perché -sia mai- se il cyber-capo si rilassa il titolo azionario rischia di collassare in Borsa!
I forti cambiamenti che riguardano il mondo del lavoro devono andare di pari passo con una contrattazione che tuteli adeguatamente le lavoratrici e i lavoratori interessati da questi fenomeni. In queste fasi di passaggio sta anche a noi lavoratori essere rigorosi nel rispetto delle normative condivise, ma altrettanto fermi nel dire NO ad eventuali forzature o modalità tendenti ad aggirare le norme esistenti.
DICIAMO PERCIÒ NO A QUALSIASI GRUPPO WHATSAPP (a maggior ragione se viene utilizzato per fare, come spesso accade, ulteriori pressioni commerciali), in primis, semplicemente perché la banca stessa non lo prevede.
LAVORARE AL DI FUORI DELLE NORMATIVE È COME STARE NELLA TERRA DI NESSUNO DOVE È IL PIÙ FORTE A VINCERE, SEMPRE!
Ricordandoci, inoltre, come sia fondamentale separare, anche solo psicologicamente, la vita lavorativa da quella personale e familiare. A questo proposito basta vedere il vertiginoso aumento dei problemi di salute mentale verificatosi negli ultimi anni tra casi di burnout (esaurimento), depressione e solitudine.
Avremo sempre più a che fare con i vari Skype, Teams e videoconferenze, con i New Way of Work e la nuova “Banca Digitale” del Piano Industriale, ma questo non può e non deve mettere a rischio il nostro lavoro e la nostra vita privata buttandoci a testa bassa in qualche operazione sconsiderata, magari consigliata e “forzata” dal cyber-capo di turno.
IL RISPETTO DI NOI STESSI, NEL NOSTRO LAVORO, E’ IL PRESUPPOSTO FONDAMENTALE PER OTTENERE BUONI RISULTATI!
Lunedì 28.2.22
UNISIN GRUPPO INTESA SANPAOLO
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