Oggi 12/04/2021 Intesa Sanpaolo ha aggiunto un’altra perla alla sua già sontuosa collana: la fusione per incorporazione di UBI appunto in ISP. Quello che si è verificato in tutte le filiali coinvolte è facilmente immaginabile. Il luogo più bello dove lavorare si è trasformato in una bolgia dantesca, dove come al solito hanno brillato le doti di adattamento e di geniale improvvisazione dei dipendenti, lanciati allo sbaraglio senza assistenza e con direttive lacunose ed improvvisate.
Direttori e capi-area sopraffatti da un evento gigantesco, balbettanti ed insicuri, travolti dalle orde dei clienti UBI che premevano alle porte delle filiali. Come sempre sono stati i soliti fuoriclasse di ISP e UBI, e cioè i dipendenti, a farsi carico del vuoto organizzativo.
Forse è giunto il momento che i nostri manager apicali escano dai loro ovattati salotti e dalle loro torri d’avorio per venire a respirare la polvere delle filiali ed a mettere la faccia quando le procedure annaspano clamorosamente ed i clienti chiedono furiosamente spiegazioni.
Forse è giunto soprattutto il momento di far capire che gli utili che l’azienda macina annualmente sono principalmente merito dei colleghi e delle colleghe che quotidianamente si impegnano allo spasimo, oppressi dai superiori perchè qualche KPI è inferiore alle attese e c’è bisogno di vendere prodotti assicurativi per rimediare (con buona pace per eventuali rischi di sanzioni).
Oggi si è avuto anche l’esordio delle filiali Agribusiness: è stato un disastro annunciato. I malcapitati gestori destinati a questa nuova e rivoluzionaria divisione si sono ritrovati in uffici sporchi, polverosi e senza neanche gli “attrezzi del mestiere”, mancavano PC, stampanti, fotocopiatrici, scanner e finanche gli attaccapanni. Non vogliamo ulteriormente infierire, è comunque chiaro che non si può proseguire in questo modo approssimativo, da dilettanti allo sbaraglio. I lavoratori devono assolutamente rialzare la testa e difendere la propria dignità quotidianamente calpestata, con un’azienda che, dall’altro lato, ha trasformato il profitto nel suo unico mantra. Se non reagiremo a questa situazione saremo responsabili della nostra stessa estinzione come soggetto della Società Civile.
Coordinamento Territoriale Unisin – Campobasso e Provincia
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