Stiamo vivendo una delle peggiori crisi dal punto di vista sanitario, economico e sociale. Una crisi da cui usciremo – non si sa quando e non si sa come – sicuramente diversi: cambieranno le nostre abitudini, cambierà il modo di stare insieme e di sentirci comunità, cambierà il nostro modo di lavorare. Tutto quello che conoscevamo fino a ieri sarà diverso, e come lo affronteremo sarà la nostra sfida più grande.
Per il momento vediamo come ci stiamo arrivando, al domani, nella nostra azienda. Ognuno di noi nelle sue specificità: chi in filiale a giorni alterni, chi tutti i giorni, chi in smart working, chi in una delle task force, tutti comunque in attesa di un nuovo Decreto della Presidenza del Consiglio in cui ci verrà richiesto di rispondere ancora una volta e subito alle esigenze delle famiglie e delle imprese. E noi siamo pronti, noi ci siamo con la nostra disponibilità e con la nostra professionalità, e lo rivendichiamo con orgoglio.
Ci riempie di orgoglio sapere che il nostro lavoro ha consentito all’azienda di essere tra le prime ad organizzarsi per sostenere gli sforzi delle istituzioni e della società contro la pandemia Covid- 19: sospensioni mutui e prestiti, nuova liquidità e nuovi finanziamenti per PMI e imprese, Anticipazione sociale. Fino a qualche giorno fa le richieste di Anticipazione sociale pervenute da lavoratori dipendenti ammontavano a 25.000 pratiche, quelle richieste dalle aziende a 19.000. Sono arrivate più di 200.000 richieste di Liquidità alle imprese. Una mole di lavoro enorme, una mole di lavoro che noi vogliamo portare avanti perché vogliamo dare una mano ai nostri clienti e al nostro Paese. Ma l’orgoglio non basta. Soprattutto non bastano gli annunci roboanti a mezzo stampa di quella stessa azienda che mentre “vende” sé stessa e la propria “responsabilità sociale” non mette le “sue” persone nella condizione di fare dignitosamente quella enorme mole di lavoro.
Siamo sempre stati in prima linea, donne e uomini dimenticati e spesso anche attaccati ma che stanno mandando avanti la baracca con mille difficoltà, con troppi ritardi, con carichi di lavoro che stanno diventando insostenibili.
Il Governo annuncia aiuti immediati, le banche rassicurano che i tempi di lavorazione delle pratiche saranno rapidi, i clienti giustamente pretendono risposte e aiuti istantanei: dov’è l’aiuto della nostra azienda?
L’istituzione della Task Force, soprattutto quando ci viene comunicato che delle 200.000 richieste di Liquidità alle imprese 93.000 sono state inviate in filiale, non è sufficiente. E’ una precisa responsabilità dell’azienda (che non manca occasione di rivendicarlo) l’organizzazione del lavoro e ci deve mettere in condizione di poter lavorare, di poter lavorare lo “stra”ordinario senza dimenticarci dell’ordinario.
E in giornate caotiche come quelle che stiamo vivendo, mentre alcuni responsabili hanno compreso il ruolo sociale che il mondo bancario sta svolgendo e promuovono il rafforzamento della relazione fiduciaria con i clienti, altri si divertono con le gare tra filiali sul numero di offerte a distanza.
Fino a quando tutto questo potrà continuare? Quando si prenderà atto che le uscite per esodo già programmate per giugno e che ancora una volta si conteranno in centinaia nella nostra Area, nella quale come sempre si concentrerà una percentuale altissima delle uscite totali, renderanno sempre più improbo anche solo pensare di alzare la serranda al mattino? I pianificatori aziendali sapranno sicuramente come farlo: noi li attendiamo speranzosi davanti alle filiali per consegnargli le chiavi.
Torino, 20 MAGGIO 2020
FABI – FIRST/CISL – FISAC/CGIL – UILCA – UNISIN
Area Torino e Provincia Intesa Sanpaolo
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