Poco più di un mese fa abbiamo denunciato le pressioni che le lavoratrici ed i lavoratori stavano subendo relativamente alla lavorazione delle pratiche di liquidità previste dal DPCM, alle quali si aggiungevano le pressioni commerciali per la vendita di prodotti a distanza.
Se queste problematiche si stanno attenuando, non lo dobbiamo certo a un ravvedimento nelle politiche commerciali delle funzioni preposte (capi area, direttori, coordinatori). Al contrario, siamo ormai nella fase di superamento di qualsiasi limite imposto dall’emergenza Covid-19.
Nei briefing si chiede ai gestori la “Pianificazione pro attiva orientata alle priorità”, si stabilisce il passo giornaliero per il raggiungimento degli obbiettivi con la pretesa di recuperare le perdite di questi tre mesi, come se anche gli stessi clienti non abbiano subito e non stiano subendo le pesanti conseguenze economiche del periodo appena trascorso, e che attualmente attraversano una crisi devastante che si somma ad una ripresa che nella nostra isola non si è mai realmente manifestata?
Si pretende la piena operatività commerciale come se niente fosse accaduto.
Ma quel che più sconcerta è il comportamento che rasenta il patologico di alcuni responsabili che con grande veemenza sollecitano i colleghi al raggiungimento di obbiettivi a loro dire sfidanti con richiami al non essere distratti, citando le altre filiali che hanno fatto meglio ed evidenziando che non ci si può permettere di fare come nei tre mesi precedenti ma bisogna ritornare al passo di febbraio.
È come se si fossero trascorsi questi tre mesi in filiale a bighellonare!
Lavorando a ranghi ridottissimi, i colleghi hanno dovuto far fronte allo stress derivante dalle pressioni che i clienti, i media, il Governo e la banca stessa hanno esercitato su di loro.
A questo si aggiunge la confusione sulle nuove regole previste per il rientro della forza lavoro fino a un massimo del 75% in tutte le filiali: siamo al fai da te.
In assenza di indicazioni precise, ogni direttore dispone sulle turnazioni: chi decide di lasciare più spesso a casa chi ha già le abilitazioni per lo smart working, chi favorisce la genitorialità, chi suddivide i turni in base al ruolo favorendo i comparti con più lavoratori, chi chiede deroghe per superare la percentuale del 75% delle presenze in filiale.
A questo si aggiunge, soprattutto nelle filiali New Concept, l’utilizzo di postazioni condivise da più lavoratori, che gli stessi regolamenti aziendali proibiscono.
È necessario che si faccia al più presto chiarezza, e si diano delle linee guida univoche da rispettare senza se e senza ma, che garantiscano la massima prevenzione del contagio, in una virtuosa alternanza fra lavoro in filiale e smart working, programmando le turnazioni in modo da garantire una identica diminuzione del rischio per tutti i colleghi coinvolti.
La gestione degli ingressi nelle filiali sta dando luogo a situazioni di pericolo per la salute e la sicurezza fisica di dipendenti e clienti. Gli assembramenti davanti all’ingresso delle filiali sono ormai fuori controllo, specialmente dentro le aree self: il distanziamento sociale e l’uso corretto delle mascherine è pura utopia; troppo frequentemente i clienti assalgono i colleghi con violenza verbale e, talvolta, perfino fisica. In diverse filiali si è denunciato queste criticità, ed in alcune è dovuta intervenire anche la forza pubblica. Eppure, solo in pochissime si è provveduto ad intervenire con la vigilanza all’ingresso. Spesso gli stessi responsabili delle filiali minimizzano il problema, venendo meno al loro obbligo di segnalare nella procedura Megarete ogni episodio di aggressione.
L’ultimo, fumoso aggiornamento, che prevede che nelle filiali grandi “possa essere previsto l’ingresso contingentato in sostituzione dell’appuntamento”, sta già generando ancora più confusione e tensione.
Non ultimo per importanza, denunciamo una scarsa attenzione nelle pulizie. Nella cosiddetta “fase 1” del Covid-19 abbiamo riscontrato un aumento delle ore da dedicare per una puntuale sanificazione. Nella “fase 2” prima e nella “fase 3” adesso, con le filiali popolate da un maggior numero di colleghi e clienti, constatiamo un paradossale ritorno agli standard pre-Covid, palesemente carenti e non conformi a quanto stabilito nei DPCM.
Dopo mesi di insistenti richieste, l’azienda sta finalmente pensando di fornire dei kit per consentire a colleghi e clienti di sanificare le superfici anche durante la giornata e, in alcuni casi, persino le famigerate barriere in plexiglas, che ormai sono diffuse in qualsiasi attività a contatto col pubblico ma non in Intesa Sanpaolo.
Tuttavia, questo non può prescindere da un doveroso irrobustimento delle attività di pulizia e sanificazione dei luoghi di lavoro, con particolare attenzione alle superfici di lavoro e agli impianti di trattamento e condizionamento dell’aria.
Per quanto esposto, auspichiamo che questo nostro comunicato aiuti tutti a ritrovare la memoria a breve, affinché si possa realmente realizzare quella coralità che alcuni evocano a parole ma non realizzano nei fatti.
L’impatto sanitario, sociale ed economico di questa terribile pandemia è sotto gli occhi di tutti noi e Intesa Sanpaolo non può comportarsi come se nulla fosse.
È necessario che le funzioni del personale intervengano al più presto ribadendo e specificando in maniera univoca quali sono i comportamenti corretti, ma soprattutto ricordando che le pressioni commerciali indebite che prepotentemente si stanno attuando, non solo sono fuori luogo e non ammesse, ma sono controproducenti per il raggiungimento dell’obbiettivo atteso.
Siamo pronti a denunciare con le segnalazioni nella casella “io segnalo” e con interventi specifici chi, non ritrovando la memoria, eserciterà pressioni indebite e comportamenti fuori dalle regole stabilite, ma siamo anche determinati ad aprire una vertenza se questi atteggiamenti continueranno ad attuarsi.
Cagliari, 12/06/2020
Coordinamenti RSA e RLS Intesa Sanpaolo Sardegna
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