Gli Uffici Ispettivi dell’Audit hanno purtroppo, negli ultimi tempi, attirato l’attenzione della scrivente O.S. in quanto sempre più spesso dal territorio ci giungono notizie ed informazioni preoccupanti sulle modalità con le quali si svolgono quelli che impropriamente sono definiti “colloqui informali” e che, al contrario, assumono le sembianze di autentici interrogatori:
‐ Lavoratori sottoposti ad ore e ore di “inquisizione” come se fossero a prescindere incriminati di chissà quali nefandezze;
‐ Colleghi costretti, dalla mattina al pomeriggio, a rispondere a innumerevoli e pressanti domande senza neanche avere la possibilità di sospendere il “colloquio informale” per un breve intervallo o per la pausa pranzo;
‐ domande relative a varie fattispecie che risalgono negli anni e che, quindi, come ribadito anche dalla Giurisprudenza, non possono essere ricordati con esattezza;
‐ quesiti posti spesso con l’unico obiettivo di tendere, in modo subdolo, all’affermazione di una qualche responsabilità;
‐ conseguenze economicamente dannose per i malcapitati, legate alle possibili sanzioni sospensive che generano perdite di premi e rallentamenti dei percorsi professionali. E potremmo continuare con altre singolari iniziative di questi zelanti ispettori, per pudore preferiamo tuttavia fermarci qui.
All’Azienda rivolgiamo un accorato invito a far rientrare tale importante attività, che dovrebbe essere non solo d’indagine ma anche propositiva e costruttiva per i Colleghi, nell’alveo di un corretto ambito evitando diversi ricorsi giudiziali ai Colleghi.
Ricordiamo a tutti coloro che dovessero incappare in queste spiacevoli situazioni di avvisare prontamente il proprio referente sindacale che saprà indicare la migliore linea difensiva da attuare.
