Nella giornata di ieri si è svolto, presso la sede ABI di Milano, un ulteriore incontro per il rinnovo del Contratto Nazionale di categoria. Il Presidente del Casl, Alessandro Profumo, ha nuovamente confermato i cinque punti “strategici”, oggetto della proposta datoriale presentata alle OO.SS. nelle scorse settimane, e che, brevemente, di seguito si ricordano:
- spostamento sul secondo livello di contrattazione di ogni meccanismo di incremento economico e mantenimento sul CCNL del solo del recupero inflattivo in misura, però, nettamente inferiore rispetto ai dati stimati dal Sindacato;
- calcolo del TFR e della Previdenza Complementare sulle sole voci tabellari;
- blocco degli Scatti anzianità;
- destrutturazione dell’Area contrattuale;
- riduzione dei livelli di inquadramento da 13 a 6.
Come già avvenuto durante il precedente incontro, UNISIN ha respinto con forza la rigida impostazione di ABI, ribadendo la necessità di un deciso cambio di rotta rispetto al solito cliché che vede i Banchieri capaci solo di intervenire sul capitolo costo del lavoro attraverso pesanti tagli. UNISIN ha, ancora una volta, sottolineato che le piattaforme sindacali sono e devono rimanere il filo conduttore di questa trattativa, essendo strettamente collegate alla necessaria e pressante richiesta di un nuovo modo di fare Banca, diverso rispetto a quello sino ad ora propinato anche da una certa “finanza creativa” – capace solo di produrre sofferenze, svalutazione degli asset patrimoniali e perdite di posti di lavoro – ed in grado finalmente di remunerare adeguatamente i fattori di capitale e di svolgere quella funzione sociale e strategica che le Banche hanno il dovere di portare avanti.
Le proposte di ABI, invece, oltre a non fornire alcuna indicazione rispetto alle criticità denunciate ed alle scelte strategiche che i vertici delle Banche intendono porre in essere per ridare slancio al Settore, vanno esclusivamente nella direzione di destrutturare il contratto di lavoro, privando i lavoratori del principale strumento di tutela normativa ed economica, abbattere il costo del lavoro, deprofessionalizzare la categoria ed introdurre strumenti di flessibilità in grado di compromettere, in modo strutturale, la qualità di vita e di lavoro delle Lavoratrici e dei Lavoratori del Credito. E’ evidente che di fronte all’arroccamento di parte datoriale, UNISIN non può che prendere atto di una oggettiva impossibilità a proseguire il confronto. E’ indispensabile, quindi, ritornare tra i Colleghi attraverso un’intensa azione assembleare al fine di valutare e decidere le azioni da porre in essere a tutela del lavoro, ovvero, dei livelli occupazionali, dell’area contrattuale, delle professionalità e delle retribuzioni dei 300.000 lavoratori del Settore, arrivando alla proclamazione dello sciopero generale della categoria ed al blocco di tutte le trattative anche a livello aziendale e di Gruppo.
Negli ultimi tempi il Sindacato – in generale – è stato più volte strumentalmente accusato di essere ancorato alle vecchie logiche, alle vecchie dinamiche… bene… Unisin è assolutamente orgogliosa di essere saldamente ancorata alla difesa dei livelli occupazionali e della dignità dei lavoratori. Unisin utilizzerà, ancora una volta, tutta la Sua capacità di confronto dimostrando, anche attraverso le Sue analisi, che non c’è nessuna giustificazione per svilire e stravolgere il CCNL dei bancari.
Roma, 26 novembre 2014
LA SEGRETERIA NAZIONALE
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