In realtà “un processo per cancellare posti di lavoro ed indebolire i Lavoratori comprimendone remunerazione, dignità e diritti “. Grazie alla firma di DIRCREDITO, FABI, FIBA, FISAC, SINFUB, UGL e UILCA inizia in questo Gruppo (il primo a tracciare una nuova strada) un periodo di recessione per i Lavoratori, che cancella in un sol colpo diritti acquisiti in anni di lotte, mette le mani nelle loro tasche e lascia per il futuro totale discrezionalità all’Azienda su argomenti che fino ad ora costituivano ambiti di trattativa.
DIRCREDITO, FABI, FIBA, FISAC, SINFUB, UGL e UILCA, anziché esprimere con convinzione il mandato loro conferito dai Lavoratori e riconfermato con forza anche lo scorso 2 luglio con l’adesione plebiscitaria allo sciopero, hanno preferito non contrastare più l’Azienda in merito a chi avesse dovuto essere principale destinatario dei sacrifici richiesti, ed hanno quindi accettato consapevolmente di far vincere la logica secondo la quale le “ragioni della forza” prevalgono sulla “forza della ragione”.
L’Azienda – bisogna riconoscerglielo – ha giocato benissimo le proprie carte, fatte di ristrutturazioni, riorganizzazioni, crisi generale di sistema, necessità di risparmiare, calando all’ultimo l’”asso dei licenziamenti degli apprendisti”.
Gli altri sindacati hanno invece deciso supinamente di accettare questo stato di cose, di condividere e diffondere – anzi – tra i Lavoratori un clima deleterio di paura e rassegnazione, atto a turbarne la percezione della effettiva realtà e propedeutico a cancellarne ogni velleità. Hanno deciso di chiamare eufemisticamente “patto per l’occupazione” la cancellazione di 1.000 assunzioni, che solo a luglio del 2011 definivano anzi “blindate”.
Hanno convenuto di camuffare in “contrattazione di secondo livello” una certificata perdita di sovranità su tutte le materie già regolamentate da accordi e che ora purtroppo diventano “discrezionalità” aziendale normata dalle proprie circolari.
Hanno accettato di lasciare nella più assoluta indeterminatezza il futuro prossimo che incombe e che dovrebbe costituire invece la loro primaria preoccupazione: cosa succederà se “gli obiettivi di riduzione di costo prefissati” si scosteranno dai risultati attesi? Chi ne certificherà lo scostamento? Quali saranno i criteri utili a “individuare tutte le soluzioni che ne consentano il tempestivo riallineamento”? A breve l’Azienda metterà mano alle previste chiusure di centinaia di filiali! Cosa succederà?
Pensano che “tirare fuori un pezzetto di verità alla volta” forse renderà le vittime più collaborative?
DIRCREDITO, FABI, FIBA, FISAC, SINFUB, UGL e UILCA hanno abdicato al loro ruolo di rappresentare le ragioni e gli interessi dei loro iscritti, sancendo il principio che sempre PAGANO I LAVORATORI!
C’è la crisi e quindi meno ricavi? PAGANO I LAVORATORI!
Cambiano le norme previdenziali che impongono una contrazione dei risparmi previsti nel piano di impresa? PAGANO I LAVORATORI!
I danni provocati dall’accordo 29 luglio? Gli esodati rimasti senza copertura economica? PAGANO I LAVORATORI!
Insomma, mentre le Banche continuano a fare utili, distribuire dividendi e a pubblicizzare la loro immagine all’esterno di Aziende illuminate e attente al sociale, al proprio interno – con la collaborazione di DIRCREDITO, FABI, FIBA, FISAC, SINFUB, UGL e UILCA – utilizzano lo spauracchio dei licenziamenti per cancellare patti ed accordi sulla nuova occupazione e affossano diritti invocando impropriamente la “solidarietà generazionale”. Ma a beneficiare di questa imposta solidarietà (che per accezione dovrebbe tra l’altro essere volontaria) saranno in realtà principalmente i grandi azionisti: Fondazioni Bancarie, Gruppi Bancari ed Assicurativi, Banchieri! Tutti soggetti, come si sa, particolarmente bisognosi! (ndr).
Come se tutto questo non bastasse, DIRCREDITO, FABI, FIBA, FISAC, SINFUB, UGL e UILCA convocano le assemblee per far votare l’accordo ai Lavoratori.
Questo andrebbe benissimo, magari lo facessero sempre, ma – giusto perché lo sappiate – ricordiamo che con le “nuove regole sulla rappresentatività” è sufficiente la firma di chi rappresenta il 55% dei Lavoratori (firma già apposta, verificatelo!) affinché gli accordi siano già pienamente validi…indipendentemente dal voto assembleare che vorrete esprimere.
Dunque, ormai, il vero voto si esprime SOLO attraverso l’iscrizione sindacale.
LAVORATORI, RIMANERE ANCORA ISCRITTI A QUESTI SINDACATI EQUIVALE A SANCIRE L’AVANZATA DI UN PERIODO OSCURO FATTO DI SCONFITTE CONTINUE E TAGLI RETRIBUTIVI.
UNITA’ SINDACALE, FORTE DEI PROPRI NUMERI, E’ LA SOLA CHE – CON COERENZA – METTE SEMPRE AL PRIMO POSTO L’INTERESSE DEI LAVORATORI: SIAMO GIA’ IN MOLTI, MA PIU’ SAREMO E PIU’ CONTEREMO.
FORSE NON E’ ANCORA TROPPO TARDI PERCHE’ CAMBINO FINALMENTE LE COSE. E’ PERO’ NECESSARIO CHE I LAVORATORI SMETTANO DI SOSTENERE COLORO CHE OPERANO PER LORO SCELTE PENALIZZANTI.
Nel documento che cliccando potete scaricare troverete il Conto che pagheranno le Lavoratrici ed i Lavoratori! Nel corso delle assemblee tenute dai rappresentanti di UNITA’ SINDACALE FALCRI SILCEA verrà distribuito ai partecipanti un dettagliato prospetto analitico che confronta la situazione pregressa con quanto verrà introdotto dall’accordo e – fornendo indicazioni oggettive e puntali – permetterà ai Lavoratori di giudicare obiettivamente con la loro testa le conseguenti ricadute.