In data 3 novembre si è tenuta in “modalità a distanza” la Trimestrale di Area Lazio Nord e Sud. Presenti, oltre le OO.SS., il Direttore Regionale Pierluigi Monceri, il Responsabile del Personale Giorgio Sartori insieme ai Responsabili CTPAR di Area Michele Carafa e Serena Fabbi e per Relazioni Industriali Enzo Vozza, Marica Di Marzo e Fabrizio Poggini.
Il Direttore regionale ha illustrato i dati commerciali andamentali del terzo trimestre indicando luglio come il miglior mese, agosto come il migliore agosto degli ultimi anni e buoni settembre e ottobre con segnali di negatività negli ultimi giorni. Chiaramente l’emergenza sanitaria ha condizionato i risultati dell’anno, specialmente nei mesi di marzo aprile e giugno.
A seguito delle previsioni di aumento della diffusione dell’epidemia, l’insieme delle criticità suggerisce a tutti di gestire i rapporti con la clientela con maggiore attenzione, ove possibile in presenza altrimenti a distanza, con rispetto dei vincoli e delle regole a salvaguardia della salute.
Sartori ha comunicato che dal punto di vista epidemiologico ci sono 62 positivi nell’area di cui solo 2 attenzionati e 200 in astensione cautelativa con 21 filiali chiuse per interventi di sanificazione.
Le OO.SS. unitariamente e con forza hanno rappresentato, in questa situazione, la poca tranquillità con cui lavorano le colleghe e i colleghi richiedendo la tutela della salute dei lavoratori e delle lavoratrici con tutti i mezzi esistenti ed in particolare:
- Maggiore e più accurata pulizia dei locali e fornitura puntuale dei kit igienizzanti;
- Attenzione e disciplina dell’ingresso della clientela con misurazione temperatura corporea e con utilizzo maggiore di steward anche per evitare le continue lamentale da parte della clientela che purtroppo spesso sfociano in aggressioni non solo verbali ma anche fisiche;
- Dpi con maggiore protezione come mascherine ffpp2 al posto di chirurgiche e delle fastidiose visiere che causano problemi e malesseri fisici oltre difficile relazione con la clientela;
- Distribuzione più veloce dei plexiglass, non solo allo sportello e accoglienza ma anche ai gestori;
- Gli organici per ovvie ragioni sanitarie e di esodi sono al collasso, prendere soluzioni strutturali e prevedere anche chiusura temporanea di filiali con maggiore utilizzo di lavoro e formazione flessibile (anche sforando il numero di giorni permesso);
- Graduare e diminuire incontri in relazione a gravità situazione sanitaria;
- Applicazione del rispetto del protocollo in caso di positività infatti sempre più colleghi non vengono contattati dalla struttura predisposta al triage, questo non per mancanza di volontà ma per una evidente situazione di sottodimensionamento;
- Pianificazione dello smartworking per tutto il personale in servizio in filiale, al fine di ridurre le occasioni di contagio anche nel mantenimento del necessario presidio;
- Omogeneità nell’ individuare i focolai con conseguente chiusura totale della filiale;
- Esecuzione della sanificazione dei locali anche in caso di positività al tampone rapido, riconosciuto dalla Sanità/ASL come valido, tant’è che è a questo che si fa riferimento per far partire il protocollo COVID-19.
Le OOSS hanno, inoltre, lamentato il perdurare delle pressioni commerciali in momento così difficile dal punto di vista degli organici e di emergenza sanitaria che stanno minando la salute dei colleghi e la fiducia dei clienti, oltre alla pratica, in alcune circostanze, della richiesta di report, resoconti e/o rendicontazioni delle attività svolte con comunicazioni da effettuarsi via mail, Lynch o compilando file Excel. Sono state evidenziate come stressanti, le giornate di “Tutela Day”, indette per sottoscrivere gli appositi prodotti, dove viene specificato come obbligo, il “portare a casa” almeno una polizza a gestore.
L’azienda a queste segnalazioni ha dato, ancora una volta, risposte elusive, quando addirittura non le ha neppure prese in considerazione, ad eccezione di quelle situazioni più critiche, di nuovo fortemente stigmatizzate ed oggetto già di intervento delle apposite funzioni aziendali, su cui il Direttore Monceri ha dichiarato esserci “un’approfondita analisi e sui quali ci sono in corso delle riflessioni”.
Invece si è soffermata in maniera puntuale sui temi di natura commerciale, chiedendo di indicare i responsabili di queste indebite pressioni, mentre riguardo alle richieste di maggiori dispositivi di sicurezza, ha ribadito di attenersi alle indicazioni governative e aziendale. Ha evidenziato il divieto di cambiare postazione lavorativa in corso di giornata e che in caso di focolai (più di un positivo) in una filiale di valutarne la chiusura temporanea.
In merito alle prime integrazione con UBI, ha confermato su Roma lo scambio di tre persone (un direttore fil imprese, un direttore retail e un gestore aziende) del percorso Talent con UBI, mentre non si hanno ancora notizie su futuri scambi o razionalizzazioni per prossimo anno.
Tutto questo sta creando una miscela esplosiva, i colleghi sono allo stremo delle forze, non è più accettabile un tale atteggiamento.
I toni e l’atteggiamento aziendale, anche in questa occasione come in altre, sono stati stucchevolmente, falsamente disponibili e tranquillizzanti, rendendo evidente la distanza che divide la “rappresentazione” della realtà della dirigenza da quello che si vive sulla pelle giornalmente nei luoghi di lavoro. Alla luce di un contesto normativo in evoluzione che prevede la possibilità di stabilire regole più stringenti a livello locale o anche a livello nazionale, se l’azienda veramente si sentisse vicina alle persone come dichiara, dovrebbe, in questa fase di recrudescenza della pandemia, dare la priorità alla salute ed alla sicurezza delle lavoratrici e dei lavoratori, ribadendo la necessità di applicazione di modalità operative per la rete della nostra regione simili a quelle già definite per le zone rosse con un innalzamento del presidio del rischio che permetta, in uno scenario come questo, di fare tutti quel qualcosa in più nella direzione della salute delle lavoratrici e dei lavoratori, che è il bene primario da tutelare.
Roma, 13 novembre 2020
FABI – FIRST CISL – FISAC CGIL – UILCA – UNISIN RR.SS.AA. ROMA LAZIO