Le Rappresentanze Sindacali Aziendali di Mediocredito Italiano ringraziano tutte le lavoratrici e i lavoratori per l’adesione allo sciopero del 30 gennaio e per l’importante partecipazione alla manifestazione di Milano.
La mobilitazione è riuscita con successo, nonostante i comportamenti di alcuni responsabili al limite della violazione del diritto allo sciopero, che ci hanno costretti ad un deciso intervento nei confronti dell’azienda, al fine di censurare richieste inappropriate di esprimersi in via preliminare sull’adesione o meno allo sciopero.
Le RR.SS.AA. ribadiscono che comportamenti simili non dovranno verificarsi in futuro, in caso contrario adotteranno le misure previste dallo Statuto dei Lavoratori.
La situazione in MCI è ben lontana dal trovare soluzioni che possano dare un minimo di serenità lavorativa e le criticità quotidiane aumentano col passare del tempo anziché diminuire.
L’incertezza, generata dalle ripetute modifiche organizzative, alimenta un senso di spaesamento diffuso e la sensazione crescente di mancanza di progettualità.
Riepiloghiamo di seguito i molteplici fattori che concorrono a disegnare un quadro incoerente e preoccupante:
• continuo spostamento di attività tra Assago, Bologna, Firenze e Milano nei Servizi Operations e nell’area Crediti, senza tener conto dei carichi di lavoro e delle competenze maturate;
• trasferimento di alcuni uffici ad Assago reso operativo con modalità inappropriate e senza predisporre la struttura in modo adeguato ad accogliere le persone;
• outsourcing di ulteriori attività e ricorso a consulenti esterni, nonostante la Direzione Generale abbia detto che avrebbero dovuto aver termine entro il 31/12/2014, e nello stesso tempo l’incapacità di ricollocare i colleghi e le colleghe, che hanno esercitato il diritto di non prestare il proprio consenso al trasferimento ad Assago;
• applicazione del nuovo modello di servizio, che inserisce gli specialisti di finanza d’impresa nell’attività commerciale della filiale di BdT – questa scelta ci lascia molto perplessi – senza aver eliminato la distonia con la circolare di MCI, che invece prevede per loro attività prevalentemente gestionali. Inoltre ravvediamo il pericolo di perdere le specificità della nostra realtà aziendale mandando sul territorio colleghi e colleghe che se non adeguatamente formati potrebbero non rispondere alle esigenze della clientela;
• il disorientamento di colleghe e colleghi del credito agrario distaccati in MCI, per ora esclusi dalle attività degli Specialisti di Finanza d’Impresa in BdT, ancora in attesa di capire se e quale futuro avrà la loro specializzazione.
La cessione delle sofferenze nei fatti è già avviata, come si può notare dalla marchiatura informatica dei contratti nella piattaforma leasing (denominata NSIL), alimentando ulteriormente l’incertezza e l’ansia per il futuro dei colleghi.
In attesa che venga formalizzata, le lavoratrici e i lavoratori che gestiscono le sofferenze vivono in una sorta di limbo, quasi come non fossero più realmente dipendenti di MCI e non ancora di Intesa Sanpaolo Provis e ogni tipo di richiesta è sospesa.
A nulla valgono fughe in avanti; sino a quando non verrà formalizzata l’avvio della procedura di legge e sino alla sua conclusione, tutti i colleghi devono essere considerati parte integrante dell’azienda e non devono essere in alcun modo discriminati.
Sicuramente la rottura delle relazioni industriali, dovuta alla posizione assunta da ABI in merito al rinnovo del CCNL, non rende certo facile gestire una situazione così complessa, tuttavia richiamiamo con forza la Direzione aziendale ad assumere dei comportamenti lineari, corretti e rispettosi degli accordi sindacali sottoscritti.
Milano, 10/2/2015
DIRCREDITO – FABI – FIBA/CISL – FISAC/CGIL – SINFUB – UGL – UILCA – UNISIN
MEDIOCREDITO ITALIANO MILANO
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