Non credevamo che fosse possibile nel 2024, in una azienda moderna come la nostra, sentire ancora qualcuno esprimersi con certi toni. Eppure, è accaduto. E l’occasione in cui si è manifestata così tanta mancanza di rispetto, umano e professionale nei confronti delle colleghe e dei colleghi di GT, è stata la sessione del 29 ottobre scorso della iniziativa denominata “Build G-Tech Story – Kick Off”. Ma andiamo per ordine. L’occasione era delle migliori, a nostro avviso, per trovare un attimo di condivisione, di riflessione, di confronto su quella che è stata l’evoluzione della nostra struttura negli anni e per definire macroscopicamente quelli che saranno le mete a cui tendere nel futuro. Un incontro che era iniziato con le migliori premesse introdotte dal Dott. Bagnasco e dagli altri esponenti del management che si sono alternati a parlare a centinai di colleghe e colleghi collegati. Enrico Bagnasco, Davide Ferina, Anna Miseferi, Rodolphe Petit, Andrea Rigamonti hanno espresso le loro idee e le loro opinioni con la consueta precisione e razionalità che ci si aspetta da un manager di comprovata esperienza. Abbiamo sentito affermare l’importanza di diventare una “realtà digitale”, di “sentirsi parte di qualcosa”, di essere considerati dalla nostra azienda come “cittadini e non sudditi”, dell’importanza della condivisione, tutti temi condivisibili, ci mancherebbe. Ma ecco che poi arriva lui, il manager che tutti vorrebbero e che solo noi (purtroppo) abbiamo, che inizia, come al suo solito, con le velate minacce, affermando che chi non ha la sua stessa ambizione lavorativa può anche guardare altrove, che sia chiaro a tutti che gli obiettivi (probabilmente i suoi) saranno raggiunti a qualsiasi costo, ecc. Tutta la solita retorica tipica dell’uomo solo al comando (così almeno pensa lui) che crede di essere a capo di una sua società dove si sente padre/padrone. Ma la vera chicca si è avuta quando, rispondendo ad una domanda di un collega sulla importanza dell’imparare dagli errori, sempre lui se ne esce dicendo: “conosco realtà che puniscono in maniera efficace”. Siamo increduli! Ma come? Parlando ad una platea di lavoratrici e lavoratori che hanno permesso a questa azienda, con sacrificio e senso del dovere, di raggiungere i più alti livelli nell’ambito in cui operiamo, si sente davvero la necessità di minacciare “punizioni efficaci”?
Vorremmo dire a costui, in modo fermo e netto, che non tolleriamo la mancanza di rispetto verso chi, giorno dopo giorno, tiene in piedi questa baracca. Non tollereremo più alcun comportamento arrogante, imprudente, aggressivo e minaccioso.
Questa farsa è durata fin troppo a lungo!
Se a costui piacciono posti da “punizioni efficaci” lo invitiamo a presentare curriculum e a migrare verso altri lidi. Non siamo di certo noi a trattenerlo. In Intesa Sanpaolo, abbiamo fior di normativa e accordi in materia che intendiamo fare rispettare e non accetteremo mai la legge dettata dall’ultimo sceriffo arrivato in città. Abbiamo condiviso in diretta l’imbarazzo degli altri manager presenti. E abbiamo percepito la solitudine intellettuale di colui che pensa pure di essere innovativo ma che, per citare una canzone, si dimostra essere solo la copia di mille riassunti.
La nostra azione non si limiterà certo a questo volantino. Nelle prossime ore procederemo con una segnalazione all’azienda con lo strumento di “io segnalo” e porteremo la questione a Milano, all’attenzione delle Relazioni Sindacali durante il prossimo incontro di delegazione di gruppo.
Vi terremo aggiornati
Moncalieri, 07/11/2024
RSA Strutture Centrali ISP – Moncalieri