A poco più di 72 ore dall’integrazione di UBI in ISP, il segnale che l’azienda lancia ai dipendenti è quello di una profonda e radicale disorganizzazione, oltre che di una scarsa attenzione alla salute delle risorse. Un anno di pandemia e di morti per Covid nel settore bancario avrebbe dovuto insegnare qualcosa a questa azienda, che invece sembra interessata più agli aspetti di facciata, all’andamento dei mercati e dei profitti, che proteggere i propri dipendenti dal rischio di contagio per coronavirus. A oggi, infatti, a oltre un anno dall’inizio della pandemia, la maggior parte delle filiali e le sedi di lavoro risultano essere ancora sprovviste dei pannelli plexiglass promessi. Probabilmente l’obiettivo del management, in un’ottica di contenimento dei costi, è quello di aspettare l’immunità di gregge o magari la fine della pandemia, piuttosto che investire nell’acquisto di schermi protettivi!! L’assenza dei plexiglass e la scarsa igienizzazione dei luoghi di lavoro sono però solo la punta di un iceberg di problemi che interessano il nostro territorio e che come OO.SS non siamo più disposte a tollerare.
Lunedì 12 aprile è il D-day, con l’ingresso di Ubi in ISP, e la fotografia della situazione è assolutamente pessima. Tra filiali chiuse e accorpate, e i relativi trasferimenti di risorse disposti in piena zona rossa, scarsa formazione procedurale per i lavoratori ex-Ubi, assenza di un numero sufficiente di postazioni informatiche, distanze di sicurezza di fatto impossibili da rispettare, ci domandiamo se esista una reale strategia di gestione del lavoro e quali siano le responsabilità di quelle strutture, come la Direzione Immobili, che ha avallato la creazione di uffici pollaio disegnando pdl al limite dell’immaginazione.
A questo punto potremmo immaginare che si stia delineando un atteggiamento dell’azienda basato sull’organizzazione dei luoghi di lavoro con postazioni informatiche inferiori rispetto alle risorse attribuite alle unità, che non tiene conto delle vigenti prescrizioni, e che prevede, peraltro, l’accesso obbligatorio alla turnazione e allo smart working, in evidente violazione del CCNL e della normativa vigente.
Alla luce di quanto detto, come OO.SS non possiamo accettare che le scelte sbagliate dei nostri manager compromettano la salute dei dipendenti, pertanto predisporremo denuncia presso le ASL competenti delle province di Salerno, Avellino e Benevento, affinché si ripristinino le condizioni di sicurezza ottimali. Vi invitiamo, inoltre, a segnalarci subito qualsiasi abuso o situazione di difficoltà che dovesse manifestarsi sul vostro luogo di lavoro.
Lì, 09/04/2021
RSA INTESA SANPAOLO
FABI FIRST/CISL FISAC/CGIL UILCA UNISIN
delle Province di Avellino, Benevento e Salerno
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