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Desertificazione bancaria, Emilio Contrasto: «Senza le banche sui territori meno imprese e fuga delle giovani generazioni. Trovare soluzioni per garantire il futuro del Paese»

Il Segretario Generale UNISIN/CONFSAL venerdì partecipa all’evento organizzato ad Arezzo con il titolo “Il futuro delle banche – Tra innovazione e sfida sociale”

«Ormai da anni, la presenza “fisica” delle banche nel nostro Paese sta diminuendo a causa della chiusura sistematica di molti sportelli, lasciando interi territori con un numero esiguo o addirittura senza filiali. Questa situazione, in base anche alle nostre ricerche, determina notevoli conseguenze a livello locale per gli stessi territori, per le persone e per le imprese che perdono il loro riferimento finanziario più importante, determinando a cascata processi di desertificazione economica e, alla fine, sociale e demografica». A parlare è Emilio Contrasto, che parteciperà alla tavola rotonda organizzata dalla Segreteria Regionale Toscana UNISIN con il titolo “Il futuro delle banche – Tra innovazione e sfida sociale”, che si terrà venerdì 11 aprile ad Arezzo presso la Sala della Borsa Merci (ore 10,30 – Piazza Risorgimento, 23).

Il Segretario Generale UNISIN/CONFSAL vuole richiamare l’attenzione sui dati del rapporto “Banche e istituzioni finanziarie: articolazione territoriale” aggiornato al 31 dicembre 2024 e pubblicato il 31 marzo scorso dalla Banca d’Italia. «Rispetto al 2023, il 2024 ha visto un’ulteriore riduzione del numero delle filiali, dei lavoratori bancari e degli sportelli», evidenzia Contrasto. «Il Sud e le Isole sono le aree del Paese maggiormente penalizzate ma il problema è comunque generale. Al 31 dicembre 2024, secondo il Rapporto della Banca d’Italia, gli sportelli delle banche italiane e le filiali in Italia di banche estere erano 19.654, il che fa registrare una perdita di 506 unità (-2,5%) in un solo anno rispetto al 2023, quando ne erano presenti 20.160. Altro dato significativo riguarda il personale, considerando che si è passati dai 262.249 lavoratori del 2023 ai 261.653 appena certificati. E il numero è destinato a calare ulteriormente in considerazione degli esodi programmati da molti dei maggiori Gruppi bancari per i prossimi mesi».

«Il problema – sottolinea il Segretario Generale UNISIN/CONFSAL – è che siamo di fronte a un fenomeno che perdura da anni e che non accenna a interrompersi. Allargando lo sguardo nel passato, infatti, nel periodo che va dal 31 dicembre 2012 al 31 dicembre 2023 si è passati da 32.881 sportelli a 20.160 sportelli (-12.721) e da 315.238 dipendenti del settore del 2012 a 261.425 del 2023, con una perdita di 53.813 Risorse».

Ribadisce Contrasto che «l’assenza o la minore presenza sui territori e nei Comuni italiani di centri decisionali e operativi delle Banche rappresenta un grave problema. «Siamo assolutamente consapevoli della necessità, da parte delle Banche, di adottare modelli organizzativi più efficienti e moderni, ma bisogna trovare e applicare dei sistemi che garantiscano il mantenimento dei servizi offerti dalle filiali fisiche. Il semplice ricorso alle piattaforme informatiche non può essere una valida alternativa, e non solo per questioni legate al digital divide, che è fortemente presente nel nostro Paese, considerando che le infrastrutture sia di rete che di trasporto non sono uniformi nei vari territori, creando disuguaglianze che vanno ad incidere in maniera spesso rilevante sull’economia locale. La banca deve essere comunque presente sul territorio, con strutture specializzate, modelli e strumenti che offrano un’alternativa effettiva e fruibile da tutti. Solo così la banca può continuare a svolgere il suo fondamentale ruolo per l’intera collettività».

«Il problema – conclude Contrasto – non riguarda soltanto specifiche aree o singoli settori professionali. Alla desertificazione bancaria, infatti, segue la desertificazione economica, che contribuisce, a sua volta, a determinare un calo demografico e la desertificazione sociale. Questo è un grave problema che, se non affrontato subito in modo adeguato, inciderà sul nostro futuro e su quello delle prossime generazioni. È necessaria una forte presa di posizione da parte della politica, delle Associazioni di categoria e dei rappresentanti locali che devono individuare, insieme alle banche, strumenti anche in grado di supportare le stesse banche a coprire tutte le aree del nostro Paese, ivi comprese quelle economicamente meno attrattive».

Analizzando più specificatamente i dati della Toscana, Massimiliano Lanzini, Segretario Nazionale UNISIN/CONFSAL evidenzia che «i numeri al 31 dicembre 2024 indicano, in Toscana, un calo della presenza degli sportelli che sono passati dai 1.572 del 2022 a 1.512 del 2023 (meno 60 filiali) per diminuire ancora nel 2024 che chiude con un totale di 1.470 sportelli (meno ulteriori 42 sportelli). Gli sportelli bancari per 100mila abitanti nel 2024 erano 40 rispetto ai 41 del 2023 e 43 nel 2022. Il numero di dipendenti nel 2024 era pari a 18.057 in aumento rispetto al 2023. Nel 2023 erano 17.978 rispetto ai 18.573 del 2022 con una perdita di 595 dipendenti. Soffermandoci invece ai dati della provincia di Arezzo possiamo riscontrare che gli sportelli scendono nel 2024 a 132 rispetto a 137 nel 2023 e ai 144 del 2022 ed il numero dei dipendenti si attesta a 1.069 Risorse nel 2024 contro 1.090 Risorse nel 2023 e 1.093 Dipendenti nel 2022».

Lanzini conclude ricordando che «l’iniziativa di venerdì ad Arezzo si aggiunge alle molte attività della Segreteria Regionale UNISIN della Toscana che da sempre, con il coinvolgimento di esponenti del mondo della politica, delle associazioni datoriali, del mondo sociale affronta questioni importanti per il territorio, cercando di offrire analisi e strumenti utili per una crescita sostenibile e complessiva della regione».

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