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Dalla Desertificazione All’Abbandono Del Territorio Sardo

ROVIGO - 22-02-2008 unicredit banca filiale area tosi cassiere soldi foto © Luca Biasioli

La riorganizzazione, le chiusure e gli accorpamenti delle filiali in Sardegna, previste nell’anno in corso, evidenziano un ulteriore significativo ridimensionamento della presenza di Intesa Sanpaolo nel nostro territorio, che in prospettiva potremmo leggere come un vero e proprio abbandono. Raccogliamo le crescenti perplessità dei clienti su questo modus operandi e siamo fortemente preoccupati, unitamente alle istituzioni regionali, per le conseguenze.

Esprimiamo un forte dissenso su tutte quelle scelte aziendali, che non hanno tenuto conto delle caratteristiche del territorio, della sua composizione economica e sociale e delle lunghe distanze che clienti e colleghi dovranno percorrere per raggiungere i presidi operativi, in una regione che sconta una cronica e ben nota carenza infrastrutturale.

I processi di accorpamento comportano, un inasprimento delle dinamiche sulla mobilità territoriale, con conseguente peggioramento della qualità di vita dei colleghi. Inoltre, il venir meno di diversi presidi territoriali, ridurrà ulteriormente le prospettive di crescita professionale dei colleghi, mortificandone ambizioni e impegno.

A questo, si aggiungono le chiusure delle casse in alcune filiali che, oltre a peggiorare la qualità del servizio alla clientela, sono segnalate in modo ambiguo dalla cartellonistica, la quale lascia intendere che sia fruibile il servizio erogato dall’operatore di sportello, mentre in realtà sono disponibili solo le casse automatiche.

Il personale dell’area Sardegna ha sempre dimostrato, con i risultati ottenuti, una dedizione e una serietà che meriterebbero ben altra attenzione. Invece, le chiusure e gli accorpamenti previsti comporteranno, ancora una volta, un pesante aggravio delle condizioni e dei ritmi e carichi di lavoro.

I sacrifici di colleghi e colleghe troppo spesso non vengono riconosciuti. Anzi, la recrudescenza delle pressioni commerciali indebite, specialmente in ambito retail, conferma quanto descritto. Paradossalmente, il ruolo dello specialista, che dovrebbe dare assistenza e supporto, viene interpretato come un’attività di controllo e verifica di agende e appuntamenti, nonché di risultati commerciali.

Il sospetto è che la direzione commerciale stia nuovamente assegnando input fuorvianti alla filiera.

Nonostante le normative siano chiare (accordo Abi 2017 su politiche commerciali, ecc.) e la redditività aziendale sia ai massimi storici, si richiede il raggiungimento di obiettivi inverosimili con lo spauracchio di valutazioni professionali legate al raggiungimento dei massimi risultati commerciali anziché, come previsto, ai comportamenti agiti.

L’abbandono del territorio è testimoniato anche dalla drammatica ed annosa carenza di organici, che abbiamo ripetutamente denunciato negli ultimi anni: il tasso di sostituzione del personale in Sardegna è molto al di sotto rispetto a quello previsto dagli accordi e non proporzionale alle assunzioni che si riscontrano nelle grandi città del Nord Italia. Contrariamente a quanto ci è stato raccontato per anni, è ormai evidente che gli accorpamenti accentuano il problema, invece di risolverlo.

Il mancato ricambio generazionale comporta un costante aumento dell’età media dei colleghi, peggiorandone le già complesse condizioni lavorative.

È ora che l’Azienda dimostri con i fatti la sbandierata attenzione alle aree svantaggiate e che investa concretamente in Sardegna, cogliendo l’occasione di questa fase di forte innovazione tecnologica per ripristinare le carenze di organico, creare centri operativi e generare NUOVA OCCUPAZIONE nella nostra Regione.

Non intendiamo arrenderci al continuo depauperamento della forza lavoro e del presidi operativi.

Colleghe e colleghi della Sardegna non lo meritano.

COORDINATORIINTESASANPAOLOAREASARDEGNA

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