Al Signor Sindaco di Cagliari
Dott. Paolo Truzzu
e, p.c. Al Signor Prefetto di Cagliari
Dott. Bruno Corda
Ordinanze n 21 del 3 aprile 2020 e numero 22 del 5 aprile 2020.
Egregio Signor Sindaco,
Facciamo riferimento alle ordinanze di cui in oggetto per segnalare che tra i due provvedimenti vi sono delle differenze a nostro avviso non congruenti con gli obbiettivi di contenimento del contagio da coronavirus che li ispirano. In particolare rileviamo che le prescrizioni di cui al punto 15, che nell’Ordinanza numero 21 del 3 aprile disponevano “che il personale che lavora all’interno di tutte le attività economiche tenute aperte dai provvedimenti normativi delle competenti autorità nazionali e regionali, sia sempre dotato di mascherine e guanti e che entrambi i presidi siano correttamente indossati e che tutti i clienti… omissis…possano accedere solo se in possesso di mascherine correttamente indossate”, nella successiva ordinanza n.22 del 5 aprile siano state modificate in “che tutto il personale che lavora impegnato nella ricezione del pubblico o comunque a contatto con la clientela all’interno delle attività di commercio tenute aperte… sia sempre dotato di mascherine, non autoprodotte, e guanti e che entrambi i presidi siano sempre indossati, che tutti i clienti….possano accedere solo se in possesso di mascherine tenute sempre correttamente indossate, o in subordine qualunque altro indumento a copertura di naso e bocca, mantenendo comunque la necessaria distanza interpersonale di almeno 1 metro rispetto alle altre persone.“
Di fatto l’ultima stesura, quella del 5 aprile, crea un discrimine tra le attività ed i servizi essenziali, escludendo i lavoratori ed i clienti dei servizi (tra cui quelli delle Banche, Assicurazioni ed Agenzia delle Entrate che noi rappresentiamo) dalle tutele previste per lavoratori ed i clienti delle attività commerciali.
Riteniamo che questa distinzione non assolva all’obbiettivo della massima tutela della salute pubblica mediante il contenimento del contagio da coronavirus che l’ordinanza comunale si pone, depotenziandola di fatto, oltre che creare una distinzione tra categorie merceologiche che il virus non fa.
Non vi è, infatti, nessuna differenza, in termini di rischio di contagio per la cittadinanza e per i lavoratori interessati, fra le attività economiche oggetto della prima ordinanza e le attività di commercio oggetto della seconda.
Le chiediamo quindi che le prescrizioni sopra menzionate vengano quanto prima estese nuovamente alle categorie dei servizi, compresa la nostra, rimediando ad una discriminazione che è per noi difficile da spiegare ai nostri colleghi, quotidianamente in prima linea nel servizio al pubblico, ed ai clienti stessi.
Nel ringraziarla per l’attenzione che vorrà porre alla nostra richiesta, restiamo a disposizione per qualsiasi chiarimento.
Distinti saluti.
Cagliari, 6 aprile 2020
Le Segreterie Territoriali di Cagliari