Il 12 novembre 2008 le organizzazioni sindacali del nostro settore hanno unanimemente reso pubblica la loro decisione di estromettere la falcri da tutte le relazioni sindacali unitarie, a seguito della mancata firma da parte di falcri nel gruppo intesa sanpaolo dell’accordo 8 luglio u.s. inerente ai licenziamenti collettivi ed al fondo esuberi. alla luce dell’accaduto, risultano a dir poco incoerenti i tanto proclamati valori di democrazia e pluralismo delle identità e delle culture all’interno dell’unità sindacale. appena falcri ha ritenuto di non essere d’accordo – esercitando il sacrosanto diritto di dissentire – è stata attaccata dalle stesse organizzazioni sindacali che questo diritto si propongono di difendere. colpevoli, dunque, non più degni di sedere con “lor signori”! ebbene sì, lo confessiamo, siamo colpevoli! colpevoli, per non aver accettato di firmare un accordo totalmente penalizzante per i lavoratori, mentre si apprendeva dalla stampa che per il top management si ipotizzavano nuovi inopportuni incentivi. colpevoli, per aver detto di no ad un accordo sui licenziamenti dei lavoratori di intesa sanpaolo e – cosa ancor più grave – estremamente pericoloso per tutti i lavoratori del nostro settore. il precedente creatosi indebolisce gli strumenti di difesa della sicurezza, dignità ed occupazione di tanti lavoratori, proprio in un momento difficile che richiederebbe invece un consolidamento di tali tutele. colpevoli per aver ritenuto vergognoso per i lavoratori che rappresentiamo firmare un pesante accordo sulla riduzione di personale per richiedere subito dopo congrue nuove assunzioni, evidentemente impossibili. colpevoli per aver raccontato ai lavoratori la verità. non versioni edulcorate dei fatti, ma semplicemente la verità, rispettando intelligenza e capacità di giudizio dei colleghi. colpevoli per non aver accettato la forzatura: o firmate o siete fuori! se tutto questo significa essere colpevoli, ebbene, lo siamo e con orgoglio! ed è giusto che si sappiano i fatti, affinché i lavoratori che sostengono queste organizzazioni sindacali possano valutare con cognizione di causa se si sentono ben rappresentati da chi, proponendosi come difensore di diritti e libertà, opera invece al contrario. da parte nostra non comprendiamo questo accanimento, se non con la volontà di zittire per tempo chi non sarà d’accordo nel far ingoiare ai lavoratori altri prossimi bocconi amari. come spunto di riflessione comune, concludiamo con uno scritto di martin niemoller, pastore protestante tedesco: “prima vennero per gli ebrei ed io non dissi nulla, perché non ero ebreo. poi vennero per i comunisti ed io non dissi nulla perché non ero comunista. poi vennero per i sindacalisti ed io non dissi nulla, perché non ero sindacalista. poi vennero a prendere me. e non era rimasto più nessuno che potesse dire qualcosa”. la segreteria aziendale milano, 13 novembre 2008