“ in un perverso ed inutile meccanismo, nocivo per colleghi e clienti”
Sono ormai troppe le segnalazioni che riceviamo dalla rete di pressioni commerciali indebite, alcune purtroppo caratterizzate da aspetti riconducibili a vere e proprie violenze.
Invitiamo l’Azienda a procedere quanto prima e d’iniziativa ad una puntuale e capillare verifica, con immediata cessazione e repressione delle condotte e delle iniziative che si pongono al di fuori degli strumenti e dell’etica promossi centralmente dalla stessa, in quanto rimane comunque responsabile delle azioni che “alcuni capi e referenti vari” pongono indebitamente in atto nell’esercizio del potere derivante loro dalla posizione ricoperta in Azienda.
Ricordiamo a tutti i Colleghi:
- che non è ammesso monitorare e promuovere con strumenti diversi ed al di fuori dei protocolli previsti centralmente dall’Azienda le attività di vendita: il proliferare di iniziative asfissianti, assidue, ripetitive ed ottuse sono – oltre che vietate – del tutto controproducenti sia da un punto di vista pratico (per lo spreco di risorse e tempo sottratti al “lavoro vero”), sia – com’è comprensibile – da un punto di vista psicologico;
- la partecipazione a corsi per l’ottenimento del titolo di “promotore finanziario” non è obbligatoria, e conseguentemente non è sanzionabile il rifiuto a parteciparvi;
- sono vietate graduatorie, comparazioni e classifiche varie che utilizzano pubblicamente i nominativi dei Colleghi, l’uso delle stesse con finalità “competitive” o di “pubblica esposizione al ludibrio” ne costituisce un aggravio abbietto, oltre che una ridicola condotta di “Fantozziana memoria”;
- sono vietate le “riunioni e promozioni commerciali” da tenere durante la pausa pranzo (che è e rimane un diritto che non può essere arbitrariamente soppresso) e quelle in supero dell’orario di lavoro senza corresponsione di retribuzione straordinaria: il fatto che nella nostra Azienda il lavoro straordinario sia di massima vietato significa che – in linea generale, salvo casi oggettivi di necessità ed urgenza – la prestazione straordinaria non va effettuata.
- Lo straordinario prestato, tuttavia, deve essere retribuito.
Invitiamo tutti i Colleghi a non rendersi complici – com’è ovvio – di simili iniziative, ma soprattutto a segnalarci senza indugio e timore ogni comportamento contrario. Va detto infatti che l’Azienda, messa davanti a fatti e denunce circostanziate, ha sempre preso le conseguenti iniziative per il ripristino della legalità.
Non è con il silenzio, con il “girare la testa dall’altra parte”, con il lasciarsi abbattere da un crescente e generale clima di “scoramento e paura” che le cose potranno migliorare: dobbiamo iniziare a cambiare noi per primi il nostro atteggiamento, in attesa che l’Azienda capisca che non c’è più tempo per tergiversare, che è necessario finalmente e davvero avviare una nuova “era”, evitando prima di tutto alla clientela le dannose ripercussioni di queste situazioni penose.
L’insostenibile e censurabile situazione sin qui denunciata porta purtroppo – com’è prevedibile e logico – ad una crescita esponenziale dei provvedimenti disciplinari.
Lo possiamo affermare con cognizione di causa, a motivo del numero impressionante di Colleghi che seguiamo in questa amara emergenza, che ci ha costretto a potenziare la “sezione speciale” della nostra Associazione dedicata a tale servizio di assistenza e tutela, particolarmente apprezzato dai Colleghi che, loro malgrado, se ne sono avvalsi.
Raccomandiamo a tutti gli Iscritti, nella sgradita eventualità di essere coinvolti in un provvedimento disciplinare, di rivolgersi a noi con immediatezza – direttamente od attraverso il proprio referente sul territorio – astenendosi nel contempo dal rilasciare dichiarazioni e dal porre in atto comportamenti di qualsiasi sorta, che – spesso ritenuti innocui o non rilevanti – possono invece pregiudicare il regolare e corretto iter difensivo, evitando di farsi intimidire da comportamenti non conformi, eventualmente messi in atto dal personale ispettivo.
Rammentiamo che i provvedimenti disciplinari devono rispettare il preciso protocollo contenuto nell’articolo 7 della Legge 300/70 cd “Statuto dei Lavoratori”: la possibilità di farsi assistere sin dall’inizio da un rappresentante sindacale è un diritto garantito dalla legge.
Il numero abnorme di provvedimenti disciplinari – ben oltre ogni limite “fisiologico” – costituisce un elemento indicatore di un problema che come Organizzazione Sindacale dobbiamo denunciare con forza.
Poiché non è pensabile che improvvisamente, quasi preda di un strano virus, tanti, troppi Colleghi cadano vittima di “incapacità”, “inadeguatezza”, “imperizia”, è lecito dubitare e doveroso contestare che il problema si celi con ogni probabilità nella struttura che questa Azienda si è data, certamente non idonea a garantire un’ organizzazione del lavoro serena e fattiva, nell’interesse prima di tutto dei propri conti, nonché dei Colleghi e della Clientela ed in un sistema di controllo inadeguato a prevenire queste pericolose derive.
L’Azienda operi quindi senza indugio perché venga al più presto restituita alle Lavoratrici ed ai Lavoratori la dignità di un ruolo che è molto più strategico di quanto vuole riconoscere.
LE SEGRETERIE AZIENDALI UNISIN
del GRUPPO INTESA SANPAOLO