La nostra richiesta di attivare il Comitato di Consultazione ha trovato risposta nell’incontro, con modalità a distanza, dello scorso 22 luglio.
Nell’introduzione iniziale abbiamo rappresentato all’azienda i motivi che ci hanno indotto ad accedere a tale strumento formale, facendo un excursus riferito agli ultimi 15 mesi, periodo di tempo che ha coinciso con la crisi sanitaria ed economica del Covid-19 in cui, le condizioni di lavoro nelle filiali e negli uffici di direzione sono notevolmente peggiorate per le note ragioni.
Abbiamo messo l’accento sulla specificità della Sardegna in considerazione di una ormai storica e cronica carenza di personale a cui vanno sommate le costanti pressioni commerciali, principale strumento di sollecitazione “motivazionale” applicato dall’azienda nella rete allo scopo di conseguire gli obbiettivi commerciali.
Aver raggiunto in Sardegna, nonostante la crisi, risultati ragguardevoli è esclusivo merito delle colleghe e dei colleghi che non si sono mai risparmiati.
Le costanti pressioni commerciali hanno, al contrario, ostacolato il percorso, mortificando il lavoro e l’impegno di chi è stato costantemente in prima linea in un periodo particolarmente difficile.
Negli ultimi due anni gli organici in Sardegna si sono ridotti di oltre 20 punti in percentuale a causa dei pensionamenti e dell’attivazione dell’ammortizzatore sociale di settore.
La recente acquisizione di Ubi Banca non ha generato alcuna ricaduta positiva nel nostro territorio in termini occupazionali, per la presenza di un unico sportello bancario dell’istituto di credito acquisito da Intesa Sanpaolo.
Le dieci assunzioni nella filiale on line di Cagliari, non rappresentano, dal nostro punto di vista, una risposta adeguata rispetto alla condizione descritta.
Nello scorso mese di febbraio abbiamo convocato le assemblee del personale nella ormai consueta modalità a distanza, ottenendo un grande successo per l’adesione all’iniziativa e per il dibattito molto partecipato. Nel corso delle assemblee è emersa la difficoltà e in alcuni casi la sofferenza delle colleghe e dei colleghi, costretti a lavorare in condizioni, talvolta, insopportabili.
Le assemblee ci hanno consegnato un verdetto inequivocabile: le lavoratrici e i lavoratori delle filiali della Sardegna hanno chiesto a gran voce l’attivazione di una vertenza, in assenza di risposte soddisfacenti sui temi precedentemente evidenziati.
L’azienda era perfettamente conscia delle nostre rivendicazioni e ha replicato facendo riferimento quasi esclusivamente agli accordi nazionali sottoscritti dalle organizzazioni sindacali, cercando di mettere in contraddizione le nostre istanze con l’attività costante delle delegazioni trattanti.
Nel corso della riunione sono intervenuti i responsabili delle delegazioni sindacali trattanti, sostenendo le ragioni della nostra iniziativa, confermando che le richieste da noi avanzate sono frutto di un’analisi seria sulle condizioni di lavoro, con particolare riferimento alla drastica riduzione del numero degli occupati nell’ultimo biennio.
Abbiamo inoltre evidenziato all’azienda che nei prossimi quattordici mesi sono previste ulteriori uscite per circa un centinaio di addetti che renderanno la situazione lavorativa della rete insostenibile, con il rischio concreto di una perdita di quote di mercato nel territorio di riferimento, in assenza di un numero adeguato di nuove assunzioni.
L’azienda ha replicato facendo riferimento al piano nazionale di nuove assunzioni ad iniziare dal prossimo autunno e implicitamente ci ha chiesto di sospendere la nostra iniziativa di mobilitazione, aggiornando la convocazione del Comitato di Consultazione al prossimo mese di settembre.
Dal confronto con i responsabili delle delegazioni trattanti abbiamo convenuto che la sospensiva ipotizzata fosse opportuna, in attesa di conoscere il numero di nuovi assunti destinati alle nostre filiali.
Sarà nostra cura tenervi aggiornati su ulteriori novità, in attesa della ripresa del confronto dopo la pausa estiva.
Cagliari, 29 luglio 2021
COORDINAMENTO REGIONALE INTESA SANPAOLO SARDEGNA
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