
L’ultimo report di Manageritalia pubblicato in data 6 marzo , conferma un trend positivo per la presenza femminile nel mondo del management: nel 2023 la managerialità nel settore privato è cresciuta del 2,6%, con un incremento significativo della componente femminile (+5,1%) rispetto a quella maschile (+1,9%). Un dato che, sommato all’aumento del 101,5% delle donne dirigenti dal 2008 al 2023, potrebbe far pensare a un cambiamento strutturale e definitivo nella direzione della parità di genere.
Eppure, a ben guardare, il quadro resta ancora lontano dalle aspettative delle donne che ambiscono a ruoli di leadership. Solo il 21,9% dei dirigenti è donna, un miglioramento rispetto agli anni precedenti ma ancora insufficiente. E soprattutto, se da un lato la crescita è evidente, dall’altro i numeri dimostrano che il mondo del management resta un territorio prevalentemente maschile.
I temi trattati quest’anno dal Coordinamento Donne & Pari Opportunità coi “venerdì della consapevolezza” , ancora una volta vengono confermati dai dati pubblicati evidenziando una rincorsa che dura da troppo tempo
L’idea che le donne stiano “recuperando” rispetto agli uomini si scontra con un dato di fatto: il divario esiste e rimane difficile da colmare. Il problema non è più la mancanza di talento o di competenze femminili, quanto piuttosto una serie di barriere culturali e strutturali che continuano a frenare la piena realizzazione della parità di genere.
Il settore terziario si conferma come il più aperto alle donne (25,8% di dirigenti femminili), mentre l’industria rimane indietro (16,5%). Inoltre, in comparti come la Sanità e assistenza sociale, le donne dirigenti superano gli uomini (52,3%), dimostrando che quando le opportunità vengono date, il talento femminile emerge in modo naturale. Eppure, la distribuzione geografica mostra ancora forti squilibri: la leadership femminile è concentrata nelle grandi città, con Milano in testa (10.987 donne dirigenti), seguita da Roma (5.659) e Torino (1.469), mentre il resto del Paese fatica a stare al passo.
Un successo parziale che non può bastare
Se la crescita femminile nella managerialità è evidente, resta il dubbio su quanto sia realmente strutturale e quanto sia invece frutto di una lenta, faticosa rincorsa. L’incremento percentuale degli ultimi anni è innegabile, ma è altrettanto evidente che le donne partivano da una posizione di svantaggio enorme. Crescere del 101,5% in 15 anni sembra un dato eccezionale, ma va letto con la consapevolezza che si partiva quasi da zero.
Inoltre, non si può ignorare un altro aspetto: la qualità delle opportunità offerte alle donne è la stessa di quelle offerte agli uomini? Oppure molte donne manager restano confinate in ruoli meno strategici, con minori possibilità di incidere davvero sulle scelte aziendali? Il soffitto di cristallo non si misura solo con i numeri, ma anche con il peso delle posizioni ricoperte.
Un cambiamento culturale è ancora incompleto. I dati confermano che le aziende stanno comprendendo il valore della managerialità femminile, ma il cambio di mentalità necessario per abbattere definitivamente le disuguaglianze è ancora troppo lento. Come sottolinea Cristina Mezzanotte, coordinatrice area DEI di Manageritalia, non si tratta solo di buonismo o di equità, ma di competitività: le imprese che valorizzano davvero la diversità ottengono migliori risultati economici, maggiore innovazione e una crescita più sostenibile.
Tuttavia, la realtà dei fatti dice che il divario esiste ancora e le donne non possono più permettersi di aspettare. È arrivato il momento di accelerare, con politiche aziendali più incisive, meccanismi di promozione basati sul merito e un vero supporto alla conciliazione tra carriera e vita privata. Non basta celebrare i numeri in crescita: il vero obiettivo è raggiungere una parità reale, non solo statistica.
La strada è tracciata, ma le donne non vogliono più essere considerate “in rincorsa”. Vogliono arrivare. E vogliono arrivarci ad armi pari.
Leggeteci ogni venerdì ….da domani 7 marzo …
Coordinamento Donne & Pari Opportunità UNISIN CONFSAL