C’era una volta il Regno dell’Italia Meridionale, una monarchia assoluta retta da un abile Re che seppe far crescere e prosperare i suoi territori. I sudditi videro accrescere le loro ricchezze e i migliori di essi, da tutti riconosciuti come tali, assunsero meritate posizioni di rilievo. Il benessere si diffondeva e l’Impero centrale, da cui il Regno dell’Italia Meridionale dipendeva, traeva grandi vantaggi finanziari. Tutti i cittadini del Sud lavoravano sodo e contribuivano allo sviluppo economico del Reame. Grande era la soddisfazione poiché, oltre che a contribuire al progresso del Regno, tra di essi i più abili, quelli che si erano contraddistinti per le loro capacità e grandi competenze, salivano nella scala nobiliare ben consapevoli che il loro successo era dipeso da tutta la schiera o falange cui appartenevano. L’ascesa sociale era trasparente e quasi sempre festeggiata con un lauto banchetto.
Erano bei tempi anche se cominciavano ad intravedersi all’orizzonte le prime nuvole nere, foriere di una impetuosa tempesta.
Per volontà dell’Impero centrale i sudditi che per età non erano più in grado di lavorare non venivano sostituiti. I carichi di lavoro diventarono insopportabili e cresceva l’insofferenza verso il potere centrale. Le migliori fabbriche vennero aperte al Nord e le più importanti istituzioni imperiali trovarono realizzazione nei territori al di fuori dei confini del Regno dell’Italia Meridionale, oramai depredata di ogni centro decisionale e posta ai margini dell’Impero. Ma il peggio non era ancora giunto, per volontà dell’Imperatore il Re andò in missione verso altri lidi. Fu eletto un nuovo Re e cominciò un’epoca triste, di grande malcontento. I sudditi, spostati a destra e a manca senza un disegno logico, furono costretti a lavorare sotto continue e asfissianti pressioni, in numero sempre minore. Anche gli anziani malgrado non fossero più abili furono obbligati a lavorare, i giovani non venivano reclutati e le ricchezze distribuite ai soliti noti che facevano parte della corte del Re. Questi si circondò di donne e uomini eletti a dignitari senza particolari meriti e i più valorosi combattenti mortificati ed emarginati, le virtù furono irrise e l’onore cadde nell’oblio. Altre qualità prevalsero, ignote a noi comuni mortali. Le ultime propaggini di istituzioni imperiali scomparvero e il Regno dell’Italia Meridionale smembrato in due Ducati di modesta potenza politica.
“La Storia non è che la somma delle sciocchezze, sempre le stesse, commesse dagli uomini. Essa non impedisce a nessuno di tornare a commetterle. Ma consente a qualcuno di capire, anche mentre le fa, che sono sciocchezze.” (Indro Montanelli)
Quando la decadenza sembra inarrestabile è giunto il momento di ribellarsi e di non arrendersi ad un triste declino.
Nei prossimi giorni dirameremo un nostro comunicato con le rivendicazioni e azioni che intraprenderemo. Invitiamo pertanto tutte le colleghe e i colleghi a seguirci e ad aiutarci nel favorire la massima diffusione dei nostri documenti.
Napoli, 09/04/2021
Coordinamenti di Area Intesa Sanpaolo RRSSAA UNISIN
Area Campania/Napoli e Provincia/Puglia/ Molise/Calabro-Lucana/Sicilia
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