È cosa risaputa (ma mai sufficientemente riconosciuta ed apprezzata) che da quando è scoppiata l’emergenza Covid, i lavoratori bancari sono stati schierati in prima linea per tenere aperte le filiali ed assicurare un servizio che, oltre ad essere pubblico, è definito dalla legge essenziale. Siamo d’accordo? SERVIZIO PUBBLICO ESSENZIALE.
In questo contesto “ad elevato rischio” le nostre Colleghe e Colleghi da mesi stanno lavorando tra mille difficoltà:
- entrate contingentate, che li costringono a trasformarsi in una figura mitologica, metà portiere e metà poliziotto, per bloccare i clienti che vorrebbero entrare ad ogni costo e al contempo calmare gli animi dei più esagitati (che non sempre ricorrono le buone maniere di monsignor Della Casa e del suo Galateo);
- evadere le continue richieste da parte della clientela sui vari bonus/finanziamenti, introdotti con normative estremamente complicate, regole incerte e formazione specifica di fatto inesistente, che rendono la “risposta corretta” una sorta di premio al termine di un faticoso percorso ad ostacoli;
- rispondere al telefono, attività di per sé semplice, ma che, con personale ridotto e presenza continua di clienti in agenzia, diventa “mission impossible”;
- totale assenza di barriere di plexiglass –ripetutamente richieste da questa Organizzazione Sindacale– che darebbero maggior sicurezza e un po’ di sollievo all’utilizzo continuato per 7,30 ore di mascherina e visiera (oltretutto, per ammissione dello stesso medico aziendale, l’abbinamento mascherina-visiera non deve essere tenuto per più di 15 minuti, dopodiché la visiera deve essere tolta e bisogna effettuare una pausa);
- inaudite e ripetute pressioni commerciali;
- mantenimento della sicurezza in filiale, che li porta continuamente a dover fare lo slalom tra le proteste dei clienti e la necessità di rispettare le norme anti contagio visto che, dovendo assicurare la giusta distanza tra la scrivania del gestore e la poltrona del cliente, giocoforza quest’ultimo si trova a parlare delle proprio questioni a metà del salone della filiale (magari ricorrendo ad urla belluine per far sentire la propria voce attutita dalla mascherina);
- ed infine, come premio fedeltà, il timore di essere raggiunti improvvisamente da un’e-mail dal seguente tono: “Gentili colleghi, vi informo che a seguito della segnalazione di un caso sospetto di Covid-19 presso la Filiale in oggetto, è stata disposta la chiusura dei locale e la sanificazione di tutti gli ambienti di lavoro”.
Il risultato di quanto abbiamo riportato, è quello di registrare lo sconforto di molti Colleghe e Colleghi, che ci raccontano (in alcuni casi lo confessano quasi con vergogna) di essere costretti a curare ansia e stress di cui in precedenza non soffrivano, ricorrendo all’aiuto del medico e degli psicofarmaci.
Il nostro Sindacato è da sempre dalla parte delle Colleghe e dei Colleghi, ed è impegnato a salvaguardare il loro equilibrio psico-fisico, nonché la sicurezza di quelle Persone che, tutti i giorni, con impegno abnegazione, consentono alla “banca del Paese” di ben figurar e assicurare ai cittadini servizi essenziali.
È per questo motivo che chiediamo alcuni provvedimenti non più rinviabili:
- installazione delle barriere in plexiglass – sono una misura minima ma di grande impatto, e non ci sono validi motivi per farlo (con i caricamenti di qualche XmeProtezione ci si ripagano i costi anche del falegname);
- assegnazione di steward in misura adeguata alle filiali – attualmente il servizio è garantito in misura irrisoria (dire insufficiente è fuorviante, poiché si tratta di 7/8 filiali per Direzione Regionale) e, come nel caso del plexiglass, bisogna vincere la sindrome di “Scrooge” (detta anche “del braccino retrattile”);
- prorogare l’accordo sulla genitorialità – perlomeno fino a che le Parti nazionali non si saranno incontrate deve essere consentita la possibilità di fruire almeno di una giornata di Smart Working;
- formazione – quella vera, quella che serve per poter esser all’altezza della situazione, quella che permette di affrontare i famigerati appuntamenti con la clientela a testa alta, e non quella alla Mastrota, da “consigli per gli acquisti”;
- smart working – per tutte le strutture che lo possono adottare, sospendere i piani di rientro fintantoché la situazione non sarà tornata sotto controllo. Quest’ultima è la classica misura dove tutti vincono (o “win-win” come dicono i nostri fax-manager), perché a beneficiarne non sono solo Colleghe e Colleghi, ma anche -e in misura maggiore- l’azienda (vedi quanto sta succedendo nel palazzo di via Toledo a Napoli, con casi continui di colleghi positivi e conseguenti periodi di quarantena per decine e decine di persone).
19.10.2020
LA SEGRETERIA UNISIN GRUPPO INTESA SANPAOLO