7,7 su 10 è il voto che l’Azienda si è assegnata nel valutare la soddisfazione dei clienti e dei colleghi. Deve essere per questo che Barrese dichiara che ISP è “il posto più bello in cui essere dipendenti, clienti, azionisti”. E sempre per questo la nostra Direzione Regionale si mostra stupita – persino stranita – quando durante l’Incontro Annuale della Direzione Regionale chiediamo conto:
- dell’impreparazione a gestire la Mifid 2;
- delle pressioni non solo alla vendita, ma alla vendita “fortemente consigliata” di prodotti “collegati”;
- della gestione delle ferie che viola buon senso e normative;
- della mancata formazione sui prodotti di tutela (che non può essere liquidata con le Pillole su Apprendo e con due giornate che si faranno in filiale tra una vendita ed un’altra);
- dell’utilizzo della Sospensione Volontaria e dei Part Time come merce di scambio al raggiungimento dei budget;
- dello scandalo delle NRI;
- dell’assoluta assenza di un qualsiasi piano per fronteggiare le centinaia di uscite che si stanno per abbattere su questo territorio tra aprile e giugno e poi ancora a dicembre (per la nostra Direzione Regionale le adesioni all’esodo sono state 1.159 rispetto ad un organico di 5.548 colleghi);
- della mancanza – per contro – di un piano credibile per il surplus di personale che si creerà tra aprile e giugno nella Provincia del VCO che miri anche ad evitare drastiche ricadute sulla mobilità territoriale.
Che cosa è successo? Che cosa è andato storto? sembra chiedersi inorridita la nostra Direzione Regionale. Con tutte le riunioni che abbiamo fatto con i Direttori di Area e con i Direttori, per spiegare, coinvolgere, chiarire. La colpa è certamente dei Direttori di Area che ci fraintendono, dei Direttori che non trasmettono nel modo giusto, forse dei Colleghi che non recepiscono…
Beh, secondo noi se qualcosa è andato storto è prima di tutto la scuola dei capi. Ma la scuola dei veri capi, intendiamoci. Di quelli che hanno vere responsabilità manageriali e che sistematicamente contravvengono al primo dovere di un vero capo: assumersi le responsabilità. Probabilmente è su questo concetto che il management aziendale dovrebbe rifocalizzarsi. E’ veramente stucchevole che ogni volta che c’è un problema, la colpa sia di qualche collaboratore che non sa fare il suo mestiere. E’ stucchevole perché questi Direttori di Area e Direttori di Filiale non si sono autoproclamati tali, ma sono stati scelti dai loro superiori. Ed è assolutamente non credibile che tutti coloro che sono al di sotto del livello del management della Direzione Regionale, nessuno escluso, non facciano altro che fraintendere, sbagliare, non collaborare, mentre chi è al di sopra sia immune da qualsivoglia ombra.
Lo scaricabarile, la ricerca delle responsabilità altrui, l’esercizio miope del proprio “potere” è un tratto distintivo dell’intero paese, ma non per questo è necessario riproporre queste “qualità” sempre e comunque. Dal management della “prima azienda italiana”, che pubblica 190 pagine di bilancio sociale in cui vanta le sue capacità quasi messianiche, sarebbe lecito attendersi qualcosa di meglio.
Ed è per questo che rifiutiamo anche lo stanco ritornello riproposto ancora una volta dalle relazioni industriali di procedere con le “segnalazioni nominative” dei Direttori di Area o dei Direttori colpevoli di essere troppo zelanti nell’eseguire le direttive aziendali. Noi abbiamo già proceduto in questo senso e torneremo a farlo se ravviseremo comportamenti realmente individuali che violano le regole. Ma certamente non collaboreremo alla ricerca di qualche Direttore di Area o di Filiale magari solo un po’ più sprovveduto o forse oggetto di pressioni persino per lui insostenibili. Non solo non abbiamo bisogno di capri espiatori da sacrificare sull’altare delle iniziative aziendali, ma urgono interventi per correggere davvero e a monte il tiro. Inoltre, ci si augurerebbe che le segnalazioni servissero per arginare i casi segnalati e non solo per spostare i problemi da una parte all’altra.
Queste sono le cose di cui abbiamo discusso con la Direzione Regionale e queste sono quelle che dovranno trovare soluzione nella quotidianità nei nostri posti di lavoro.
Contrariamente a quello che sembra pensare l’azienda quando dirama i suoi proclami e i suoi budget, noi non crediamo che ci siano soluzioni semplici, veloci o miracolistiche. La soluzione di questi problemi passa attraverso l’impegno e i piccoli grandi sacrifici quotidiani di ciascuno di noi. Rifiutare una vendita malata, resistere a una pressione, dire un no quando sarebbe più facile dire sì, non rinunciare alla proprie ferie o al proprio tempo libero sono passi necessari per ristabilire un clima di correttezza e serenità lavorativa. Questo vale per i Gestori, ma anche per i Direttori di filiale e di Area che l’azienda tende a colpevolizzare con tanta disinvoltura. Invertire una rotta è un processo complesso e lento, ma è certamente alla portata. Nessuno è solo in questo percorso e noi ogni giorno siamo al fianco di tutti i colleghi per appoggiarli concretamente.
La Direzione è stata avvertita e noi non faremo sconti.
Torino, 4 aprile 2018
FABI – FIRST – FISAC/CGIL – UILCA – UNISIN
Direzione Regionale Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta
Intesa Sanpaolo