La Banca che vorrei… mi esprimerebbe grande soddisfazione per i risultati raggiunti dai colleghi nel 2016, a fronte di un anno che ha visto importanti fattori esterni condizionare il mercato (Brexit, elezioni americane, referendum costituzionale) insieme ad un andamento che ormai è diventato quasi la norma (perdite sui crediti, tassi praticamente a zero, sviluppo della multicanalità).
La Banca che vorrei… metterebbe al centro il tema di una vera coralità, perché solo tutti insieme, in un unico gioco di squadra, potremmo mettere in campo al meglio tutto ciò che abbiamo da dare, ancora da dare, nonostante tutto.
La Banca che vorrei… metterebbe al centro del 2017 temi come la crescita, la qualità del servizio, la valorizzazione delle connessioni, senza dimenticare ma proprio a partire dalla valorizzazione, dalla crescita e dal coinvolgimento delle proprie risorse, cioè tutti noi colleghi.
La Banca che vorrei… nei suoi primi 10 anni di Intesa Sanpaolo, oltre a dire che siamo “novantamila persone fortissime”, vorrei che testasse davvero la soddisfazione dei suoi dipendenti, parlando con loro, ascoltandoli, invece di trattarli come soldatini mandati allo sbaraglio contro l’ennesima priorità del giorno.
La Banca che vorrei… affronterebbe davvero la grande partita dell’accoglienza, che troppo spesso viene abbandonata a sé stessa, con colleghi che utilizzano quel trespolo come una vera e propria postazione di lavoro (pagamento di F24, bonifici, apertura di conti correnti); con filiali in cui viene organizzata in maniera condivisa tra retail e personal, con filiali in cui viene fatta solo dai gestori base, con filiali in cui viene organizzata per turni, con filiali in cui il turno dura l’intera giornata. Mancano delle direttive chiare e condivise, manca la formazione per i colleghi che fanno accoglienza, manca la condivisione tra Direttori di Area, Direttori e Coordinatori di filiale.
La Banca che vorrei… metterebbe il tema della formazione al centro di tutte le sue discussioni. Speriamo che l’avvio dello Smart Learning (fruizione di iniziative di formazione da casa dal 6 al 20 febbraio) per i colleghi interessati dalla sperimentazione di questa nuova modalità di partecipazione ai corsi aziendali di formazione sia davvero un primo concreto passo in questa direzione.
La Banca che vorrei… metterebbe davvero al centro il tema della conciliazione dei tempi di vita e di lavoro, partendo proprio da una bella gestione del tempo libero dei colleghi. Questo passa da una pianificazione delle ferie e delle 15 giornate di sospensione volontaria dell’attività lavorativa fatta in maniera equilibrata ed elastica, senza imporre paletti precostituiti a monte e organizzando l’attività della filiale nel rispetto delle esigenze di ognuno, ma passa anche da una snella gestione delle pratiche di permessi Legge 104, Banca del Tempo, Maternità e Paternità, gravi patologie.
La Banca Prossima che vorrei… non permetterebbe un clima di incertezza su quella che sarà la sua organizzazione. Perché dal mese di ottobre scorso, in cui durante l’Assemblea Plenaria di Milano abbiamo appreso che i Responsabili di Relazione saranno inquadrati come Gestori PAR, non abbiamo più novità sugli sviluppi di un nostro modello di servizio che in ogni caso non può essere quello della BdT proprio per la tipicità dei nostri clienti e delle nostre attività quotidiane. Tanto più che in merito ad alcune voci che stanno circolando sul territorio nazionale, circa una non meglio precisata armonizzazione ed integrazione dei portafogli presenti nelle filiali ed il conseguente esubero di gestori, le Relazioni Industriali ancora oggi dichiarano di non saperne nulla. Questa situazione non aiuta il sentirsi comunità, elemento che doveva contraddistinguere l’essere in Banca Prossima ed impedisce di sentirsi totalmente a supporto dello sviluppo della Banca nel Terzo Settore.
All’incontro di trimestrale del 26 gennaio scorso erano presenti, oltre a tutte le OO.SS compatte e unite, Enzo Vozza (Relazioni industriali), Roberto Oberti e Mirella Dellavalle (Ufficio del Personale), Gianfranco Audisio (Assistenza operativa) e Silvia Valloni (Formazione).
Abbiamo ragionato con l’Azienda di queste e altre questioni, per cercare di iniziare e proseguire questo 2017 in un clima più sereno, con budget più realistici, con la consapevolezza che senza la formazione, la condivisione di obiettivi, lo stare bene nei luoghi di lavoro nel rispetto reciproco e nel rispetto dei clienti, qualunque obiettivo si ponga l’azienda sarà più difficile da raggiungere.
E proprio a questo proposito dobbiamo comunque rilevare come sullo sfondo, continui strisciante il problema delle pressioni commerciali. Ma anche noi allo stesso modo continueremo ogni giorno a girare il territorio, a parlare con i gestori, a parlare con i direttori e i coordinatori e siamo pronti a continuare a segnalare tutte quelle situazioni e tutti quei comportamenti che passeranno il segno.
Torino, 01/02/2017
FABI – FIRST/CISL – FISAC/CGIL – SINFUB – UILCA – UNISIN
AREA TORINO E PROVINCIA INTESA SANPAOLO